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CORCOS, “I sogni della Belle Époque” a Palazzo Zabarella

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Donne che leggono, donne indipendenti, intelligenti, donne dallo sguardo fisso, che sembrano indagare nei pensieri di chi le osserva, sono le protagoniste dei ritratti di Vittorio Matteo Corcos, pittore livornese che con Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis conquistò la Parigi di fine secolo. Eleganti e bellissime, queste figure femminili sono il fulcro della mostra monografica più ampia mai dedicata all’artista, che dal 6 settembre al 14 dicembre sarà ospitata al Palazzo Zabarella di Padova. L’esposizione ripercorrerà la vicenda artistica del pittore livornese attraverso i suoi più noti capolavori, affiancati a numerose opere inedite. Nato a Livorno e iscritto da giovane all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Corcos sceglie Napoli come meta alternativa alla sua formazione toscana incontrandovi, fra il 1878 e il 1879, Domenico Morelli che lo convinse ad andare a Parigi dove l’artista si legherà al mercante Goupil, nel cui ambito gravitavano, in quegli stessi anni, Boldini e De Nittis. Sarà proprio in quegli ambienti che inaugurerà la sua vena brillante e mondana in linea con le aspirazioni dei francesi, celebrando ogni aspetto della vita moderna. Assiduo nello studio di Léon Bonnat, frequentato anche da Toulouse-Lautrec, Corcos presenta in quegli anni i suoi quadri ai Salons (A la brasserie; L’anniversaire) e si applica alla pittura en plein air dimostrando, in piccoli e preziosi paesaggi.

Dopo il successo della mostra dedicata a Giuseppe De Nittis la Fondazione Bano di Padova prosegue il suo progetto decennale sulla pittura dell’Ottocento italiano, con un’iniziativa in grado di analizzare l’universo creativo di uno dei protagonisti della cultura figurativa italiana fra Otto e Novecento. ll percorso ruoterà attorno al dipinto “Sogni”, di cui protagonista la giovane Elena Vecchi, che fu esposto alla Festa dell’Arte e dei Fiori, la rassegna internazionale inaugurata a Firenze nel 1896 dove il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell’intenso ritratto.
Nell’opera la giovane sembra infatti si stia concedendo una pausa, mentre le scorrono nella mente le immagini suscitate dalla lettura, chissà quale, da cui si è appena distaccata. A fine Ottocento era stata definita una figura di “seducente perversità”, secondo alcuni critici il pittore l’aveva colta nell’attimo in cui pensava a “ciò di cui non dovrebbero sognare le ragazze”. La famiglia della ragazza fece di tutto per  ritirare le richiestissime cartoline che riproducevano il dipinto, giudicato scandaloso e capace di far scappare i pretendenti .

A Palazzo Zabarella saranno presenti cento dipinti per ripercorrere le tappe artistiche di colui che, attraverso il ritratto mondano, ha saputo straordinariamente cogliere i segni di un’epoca.
Il visitatore potrà inoltre ammirare alcuni selezionati campioni dell’haute couture francese e italiana così da arricchire, con spettacolari accenni al costume dell’epoca, il contesto sociale ed artistico entro il quale Corcos si trovò ad operare. La sezione forse più suggestiva è quella dedicata alla “Luce del mare”, ambientata a Castiglioncello dove Corcos aveva avuto in dono un castello dal barone Patrone, con “In lettura sul mare”: la figliastra Ada è intenta, come se fosse una sorta di “conversazione” dall’atmosfera decadente, a interloquire con due giovani che come lei sono immersi nella lettura.  Chiude la mostra il ritratto di Maria Josè, la giovane sposa dell’erede al trono Umberto di Savoia.

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