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IL CIBO E’ ARTE, nelle installazioni di Jennifer Rubell

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All’interno di spazi enormi e molto semplici, spesso industriali, prendono vita le grandi performance di Jennifer Rubell, artista che utilizza enormi cumuli di cibo distribuendoli su tavoli e piedistalli all’interno di gallerie d’arte.
“Mi interessa creare monumentalità per motivi effimeri.” , “Il cibo è il mezzo a cui penso di più. La materialità del cibo, il limite della deperibilità, della stagionalità, del peso fisico e della piacevolezza sensoriale è ciò che più da forma ai miei pensieri astratti” ha dichiarato l’artista figlia di collezionisti di arte contemporanea.

L’ambiente definisce in parte le sue performance insieme all’azione/interazione dello spettatore e i suoi lavori prevedono, per la maggiorparte, l’utilizzo del cibo come mezzo per esprimere valori come la salvaguardia dell’ambiente, ma anche l’industria e la creazione.
Ed è proprio il cibo ad affascinare fin da piccola Jennifer con tutti i rituali che lo circondano, la sua arte è nata infatti semplicemente, il suo primo lavoro è stato quello di organizzare una colazione per cinque mila persone, durante Art Basel a Miami Beach.

Successivamente le sue colazioni sono divenute sempre più iconiche e concettuali, fino a prendere la forma di due mila uova bollite appoggiate su un mare di guanti di lattice.
Il cibo come forma d’arte dunque, attraverso performance in cui l’artista trasforma feste, matrimoni, cene, presentando gli alimenti su piatti stravaganti ed impensabili, con portate poste su tavoli-ripiani non convenzionali in un mix di performance, happening ed installazione.

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