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LE IMMAGINI FIABESCHE di Shaden Brooke

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Immaginifiche, oniriche e favoleggianti, sono le opere fotografiche di Shaden Brooke, giovane fotografa americana nata a Lancaster nel Marzo del 1987. Nata e cresciuta in una cittadina di periferia circondata dalla natura, nei pressi di una comunità Amish, Shaden ha studiato cinema presso la Temple University di Philadelphia.
Con il tempo si è appassionata sempre di più al linguaggio fotografico, tanto da farne la sua attuale professione. L’artista, che attualmente vive e lavora a Los Angeles, dà vita ad un linguaggio concettuale in cui fonde con straordinaria sapienza nell’ illuminazione, narrazione e composizione. L’artista propone visioni che si estendono oltre il regno della macchina fotografica, ritraendo storie ai confini dell’immaginario, rappresenta infatti un mondo a tratti capovolto, a tratti riflesso, sospeso tra reale, irreale, sogno e realtà.

Fin dall’inizio della carriera, la sua attenzione si è da subito focalizzata sull’autoritratto, che negli anni è divenuto sua cifra stilistica. Infatti, tranne per alcune eccezioni, è quasi sempre protagonista delle sue creazioni, attraverso cui però non racconta la propria vita, ma si mostra immersa in mondi in cui tutti vorremmo vivere, dove la magia sembra riempire l’aria e dove l’impossibile diventa possibile. L’artista ha espresso con queste parole ciò che spinge la sua ricerca artistica: Voglio che la mia immaginazione vada al di là della fotografia, per toccare la pittura e stili alternativi di arte. Non sono innamorata di un particolare strumento artistico, ma della possibilità di rappresentare visivamente le storie che ho nella mente”.

Le sue immagini sono favole oscure che affrontano temi esistenziali, con la semplicità di un tocco fanciullesco, manipolate e stravolte attraverso un uso impeccabile della post produzione digitale  creano situazioni d’impatto, che hanno il pregio di scavare nell’inconscio delle nostre paure e delle nostre fantasie.
Immagini dal formato quadrato, caratterizzate da una texture pesante che creano un’estetica pittorica, ridefinendo i confini della stessa fotografia. Scatti che criticano la razionalità cosciente, liberando le potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre” la realtà.

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