Novità e informazione arte conteporanea

Lo “Spazio Vintage” di Ninni Arcuri alla Terrazza Excelsior

287

Dal 09/11/2014 al 08/03/2015

Visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle 13.00 ed dalle 16.00 alle 21.00. Chiuso il lunedì.

Forte di oltre 10.000 visitatori nella precedente mostra all’ex Loggiato san Bartolomeo e delle altre edizioni alla cavallerizza di Palazzo Sant’Elia e a Palazzo Ziino, “Spazio Vintage” si ripresenta con parecchie novità, che giungono da quell’inesauribile collezione di migliaia di pezzi raccolti da Ninni Arcuri.

Lo spazio non è stato snaturato, anzi ne è stata recuperata la memoria, prima della sua trasformazione in centro commerciale: sono stati infatti “ripescati” vecchi manifesti di film d’epoca ed è stato esposto il cineproiettore dell’ex cinema.

Anche in questo caso, la collaborazione con Officine Palmizi permette di esporre istallazioni contemporanee che rileggono il passato: in questo caso ecco “From Sicily – Campobello di Licata Tomato Siccu”, ispirata alle famose Campbell’s Tomato di Andy Warhol; e “Gentleman”, rilettura ironica dell’orinatoio da stazione.

Sono new entry anche le installazioni di Piera Sagrì e di Gisella Leone che riproducono locandine cinematografiche d’epoca su tessuti dipinti con cera fusa, di fatto reinterpretando un’antica tecnica orientale; mentre guardano spassosamente alla pop art le “Icone del jazz” di Stefania Mulè.

La mostra è costruita come un susseguirsi di stanze a tema, sistemate all’interno del foyer del vecchio cinema: riemergono un cineproiettore del 1948, le radio Cubo e le tv Algol appoggiate sui tavolini nei salotti optical Seventies, e i pouf in cavallino pezzato, lampade Cobra di Martinelli, tavoli Magistretti e sedie Gros Fillex; e in un angolo, debitamente solitaria, la toilette reinventata da Officine Palmizi, sulla scia di Marcel Duchamp e Claes Oldemburg.

I fotoromanzi e i rotocalchi patinati, le insegne pubblicitarie, le targhe d’epoca, scatole in latta a non finire, e i detersivi: Ava, la cera Liù, lo sgrassatore Calinda, il Polivetro. Dritti dritti da “Carosello”, ecco Calimero e l’ippopotamo Pippo, accompagnati da centinaia di giocattoli, dai più poveri in latta alle prime bambole Furga.

C’è l’angolo tv con tutti i Brionvega compatti e le antenne rotonde, magari su tavolini bassi e rotondi; ci sono le radio, di ogni marca e modello; giornali e fumetti d’epoca si consultano in un angolo lettura, a poca distanza da un vecchio studio in cui sembra di sentir ticchettare le Lettere 22. C’è l’angolo bar con tutte le sue bottiglie d’epoca – dall’Aperol al Vov, passando per il Rosso Antico, c’è perfino il salone del barbiere con le sedie reclinabili da film di mafia, e i caledarietti sexy. Non mancano le poltrone rivisitate con materiali poveri, jukebox, flipper, moto d’epoca,  salotti in stile psichedelico anni ’70. E la musica: dai Beatles in poi, tutto è lecito.

All’interno di una location sequestrata alla mafia, come è lo spazio dell’ex Supercinema, era quasi necessario ritornare indietro con la memoria agli anni di sangue a cavallo tra Ottanta e Novanta. Ninni Arcuri ha ideato uno spazio chiuso, asfissiante, un viaggio nella morte attraverso gli articoli dei quotidiani e le foto di Studio Camera. Un berretto da carabiniere e le foto dell’A112 crivellata dai colpi ricorderanno l’omicidio del generale Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro, nel 1982 in via Marchese di Villabianca

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.