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LE CITTA’ RIVISITATE di Dionisio Gonzales

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Tra fotografia ed architettura si pone il lavoro di Dionisio Gonzales che stampa in c-print sovrapponendo immagini digitalmente, allo scatto reale di un luogo. Il luogo scelto ha sempre un rapporto particolare con l’architettura, ne sono esempio Venezia; gli scatti a Halong Bay in Vietnam; le favelas di Rio de Janeiro o il progetto su Dauphin Island: un’isola negli Stati Uniti d’America devastata da note catastrofi, dagli uragani Katrina e Ivan, fino al recente disastro ambientale della piattaforma petrolifera. L’artista sembra sempre voler rappresentare, in ogni sua opera, una comunità che si stabilisce in un luogo in continua ricostruzione.

Nato a Gijón nel 1965, si è laureato presso la Facoltà di Belle Arti di Siviglia ed è specializzato nella deformazione dello spazio con magistrali tecniche di elaborazione digitale. Dionisio Gonzalez ha partecipato a diverse biennali d’arte contemporanea tra cui quella di Venezia, ha vinto numerosi premi ed espone in giro per il mondo nei più prestigiosi musei. Le sue fotografie esplorano lo spazio, le architetture e lo sviluppo urbano.
Il progetto dedicato a Venezia nasce dall’analisi delle costruzioni proposte per la città dai più grandi architetti del ‘900 e mai realizzate. Il risultato è geniale e totalmente convincente.
L’artista ha reso omaggio a quei tentativi di cambiare l’aspetto di un luogo invariato da secoli, che non videro mai la luce.

I progetti originali di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Louis Khan, solo per citarne alcuni, vengono inseriti attraverso rendering e l’uso delle moderne tecniche di ritocco fotografico, negli spazi che avrebbero dovuto ospitarli precedentemente fotografati dall’artista con impressionante oggettività. Dionisio Gonzalez ha inoltre inserito nella sua Venezia, un omaggio a Palladio, si tratta di una costruzione ispirata ai quattro libri dell’architettura pubblicati proprio a Venezia nel 1570: uno spazio onirico alla Giudecca dove secondo l’artista “le regole della città sono più flessibili e la vista può riposarsi subordinandosi all’immensità della laguna”.

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