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UNA MINUZIOSA DENUNCIA, nell’arte di Imran Qureshi

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Un’arte spiazzante quella di Imran Qureshi, dripping color sangue si aprono in delicate corolle di fiori, miniature su foglia d’oro disseminati di simboli di guerra, ovunque rappresentato il dolore della violenza. Le sue opere accostano il minuzioso e il raffinato, ma allo stesso tempo anche l’astratto, e negli ultimi anni ha iniziato ad elaborare le sue opere anche su grande scala. L’artista pakistano si è formato alla National College of Arts a Lahore, dove ha imparato le tecniche rigorose della miniatura, usata dagli artisti di corte di Patiala  dalla meta del sedicesimo secolo.

L’anno scorso l’artista ha presentato la sua prima personale al Macro di Roma, 35 opere di piccole dimensioni, piccoli quadri realizzati con la tecnica della miniatura moghul, sviluppatasi, tra il XVI e il XVII secolo nel sub-continente indiano, con largo uso di foglia d’oro e facendo ricorso agli ornamenti floreali e alle forme ovali della tradizione. Il contenuto però è forte e dirompente, una vera e propria denuncia, un grido di dolore verso una realtà squarciata dalla violenza delle armi. Nei grandi ovali, le macchie di pittura rossa si aprono come petali e debordano fin fuori dalla tela, ne è stato esempio l’installazione ‘Voglio che tu resti con me’, appositamente ideata per il museo romano, che invadeva pavimento e pareti.

Con queste parole l’artista ha spiegato l’origine della sua ricerca artistica: E’ il potere politico e istituzionale a indagare su stragi e attentati. La gente comune, i cittadini, le vere vittime di questi eventi sanguinosi, però, non conoscono mai la verità, mentre sono loro che dovrebbero potersi formare una reale visione di ciò che è successo”. L’artista è stato selezionato come artista dell’anno 2013 della Deutsche Bank, e con l’installazione site specific su grande scala, dipinta sul tetto del Metropolitan Museum di New York (in corso fino al febbraio 2014) Qureshi si è ormai ben affermato nel mondo dell’arte.

 

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