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Il ’68 festeggia i suoi primi 50 anni a Torino con Guttuso

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È stato l’anno delle speranze, quello della rivoluzione giovanile, della ribellione musicale con il mega concerto di Woodstock e di tante altre iniziative volte a “liberare” finalmente il mondo, poi sappiamo com’è finita! Inizia proprio oggi la mostra del grande Renato Guttuso che prende il suo nome; “Renato Guttuso – L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68”.

Si ripercorre quel periodo storico ed elettrizzante, dove tutto sembrava possibile, con le opere dell’artista siciliano, 60 pezzi che mostrano il rapporto di Guttuso con la cultura e la politica di quel tempo. La mostra sarà possibile visitarla dal 23 febbraio fino al 24 giugno presso la GAM-Galleria d’Arte Moderna e contemporanea di Torino.

Per chi non vissuto il ’68 un buon ripasso

Tra le 60 opere in mostra, molte delle quali provenienti da importantissimi musei, collezioni private e pubbliche di tutta Europa, ce ne sono alcune che hanno un significato politico e sociale rilevante. Tuttavia la mostra ripercorre ampiamente la vita artistica di Guttuso, infatti, sono presenti opere della fine degli anni trenta fino alla metà dei settanta.

Per l’artista la pittura e l’arte in ogni sua forma, dovevano avere un ruolo e utilità civile, ogni opera dotata di un significato morale ed etico, quindi di utilità sociale. Diversi dipinti, infatti, denunciano storie e accadimenti avvenuti durante la guerra, messaggi di denuncia attraverso l’arte. Altre opere rappresentano le classi subalterne, i lavoratori e in qualche modo gli oppressi, connotazioni sociali ancora oggi attualissime!

Il ’68 la politica e l’impegno civile

Indubbiamente Guttuso è stato un artista fuori dal comune, le sue opere sono “immagini” della realtà, espressione di un’arte contemporanea vissuta e impressa in opere che ricordano periodi e gran parte della storia d’Italia.

La mostra è un’occasione golosa per scoprire uno degli artisti più impegnati, che grazie alle sue opere è possibile ripercorrere gran parte degli anni che ci separano da quel ’68 oggi lontanissimo per quel che rappresentava!

Immagine via:  www.ansa.it

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