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Jimi Hendrix, la storia del chitarrista a 50 anni dalla scomparsa

Il 18 settembre 1970 ci lasciava Jimi Hendrix, universalmente noto come uno dei più importanti chitarristi della storia, oltre che cantautore. Il suo volto è celebre in tutto il mondo per le innovazioni nell’utilizzo della chitarra elettrica e nella storia del rock’n’roll.

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Jimi Hendrix, un nome che è diventato leggenda nella storia della musica, grazie a un’inedita fusione di rock, psichedelia e blues. Johnny Allen Hendrix nasce a Seattle nel 1942. Ai tempi della sua infanzia il giovanissimo Jimi si approcciò alla musica attraverso un cordofono costruito artigianalmente con una scatola di sigari e un elastico teso. Dopo la scomparsa prematura della madre, nel 1958, Jimi Hendrix riceve in regalo dal padre una chitarra per destrimani, ma lui è mancino. Iniziò così la sua celebre abitudine di rovesciare la chitarra.

Nel 1961 Jimi conosce il bassista Billy Cox, con cui dette vita alla prima band che gli darà notorietà, i King Kasuals. Verranno scritturati da un manager della Morocco, che iniziò a farli esibire nei locali della zona di Jefferson Street a Nashville, un’area dove era alla ribalta il rhythm and blues. Fu questa la chiave di volta, la carriera professionale a Nashville gli permise l’anno dopo di partecipare alla prima registrazione di un brano per la radio. Seguì un periodo di vagabondaggio negli Stati Uniti, che terminò con la vera occasione della sua vita, nel marzo 1964, quando Hendrix venne chiamato a suonare come chitarrista della Isley Brothers Band iniziando così un biennio di collaborazioni con diverse band.

Nel 1966, durante una serata al Cheetah Club, Jimi fece la conoscenza di Linda Keith, che gli presentò il  bassista degli Animals, Chas Chandler, che si convinse del talento di Jimi. Nacque così il power-trio The Jimi Hendrix Experience, che riuniva Hendrix, Noel Redding e Mich Mitchell. Le loro esibizioni in Europa furono un successo, con le inaspettate sonorità del chitarrista. Il successo fu tale che gli Who si impegnarono affinché Hendrix accettasse una proposta da parte della propria casa discografica, la Track Records. Il primo brano inciso nel 1966 su 45 giri fu Hey Joe.

Il successo era arrivato. Jimi Jendrix non era più uno sconosciuto e rapidamente il suo nome veniva affiancato a quello di personaggi di calibro internazionale come Eric Clapton.

Il successo Europeo si trasferì presto anche in America grazie all’edizione del Monterey International Pop Festival. L’esibizione passò alla storia per l’incredibile passione nel suono di Hendrix che arrivò a suonare la chitarra con i denti, dietro la schiena e a mimare rapporti sessuali con lo strumento. Al termine dell’esibizione, con la spasmodica necessità di ricercare nuove sonorità dallo strumento, la distrusse appiccando un fuoco con del liquido per accendini dando vita ad uno dei momenti più catartici della storia della musica.

Lo stile e l’aspetto fresco di Hendrix sono entrati nella storia diventando una vera e propria icona nella storia della musica. Fu uno dei precursori delle distorsioni fuzz, valorizzando il feedback, ritenuto fino ad allora un effetto sonoro fastidioso, allo stesso tempo nobilitò la chitarra sviluppando il potenziale dei suoni wah wah. Si ritiene che Hendrix abbia influenzato non solo la storia dell’hard rock, ma anche la storia dell’heavy metal, che si è in seguito evoluta negli anni ’70.

Il 18 settembre 1970, esattamente 50 anni fa, Jimi Hendrix moriva nell’appartamento che aveva affittato al Samarkand Hotel di Londra, al 22 di Lansdowne Crescent a causa i soffocamento da vomito dovuto presumibilmente ad un mix di alcool e tranquillanti. Il mondo intero lo ricorda ancora oggi come uno dei più grandi musicisti della storia, tanto che nel 1992 è stato inserito a pieno titolo nella Rock and Roll Hall of Fame.

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