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L’ANIMAZIONE CINICA E DISILLUSA di Nathalie Djurberg

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Film d’animazione, dolci ed innocui solo in apparenza, si tratta dell’arte della giovane artista svedese Nathalie Djurberg, che affronta in realtà temi come ossessione, potere, piacere, desiderio e violenza. Berlinese d’adozione appartiene ad una generazione realista, cinica e disillusa che ha visto crollare i grandi racconti ideologici e le utopie illusorie.
Scultura e video-installazione sono i mezzi della sua comunicazione ambigua, ibrida e aperta a interpretazioni in positivo e negativo dove il dolore si tramuta in piacere e viceversa. Nelle mani di quest’artista berlinese d’adozione, l’animazione diventa un mezzo per allegorie fuori dagli schemi, decisamente da incubo.

Dal 2001, ha affinato uno stile distintivo, sperimentato con una nuova plasticità, rappresentando attraverso il filmaking le nostre pulsioni più primitive e selvagge: gelosia, vendetta, avidità, sottomissione e la gola, questi i temi prediletti dalla DjumbergQuasi una condizione perversa dell’esistere quella da lei rappresentata con l’utilizzo di marionette e burattini, dalle fattezze umane e animali. Realizzati in stoffa, creta e plastilina, hanno corpi sensuali e vengono fatti muovere dalla Djurberg mediante fili e bastoni. Le scenografie sono spesso di cartone o di poliuretano e dipinte con colori forti. Nei suoi video, brevi film d’animazione creati con la tecnica dello Stop Motion, gli attori, figure di plastilina, muovendosi creano una narrazione dai toni surreali, spesso grotteschi ed il set e’ spesso costruito in modo rudimentale ma ingegnoso.

Le opere della Djurberg sono caratterizzate da un ritmo ossessivo e se pure permeate da un gusto per l’ ironico e l’umoristico, trasmettono un senso di inquietudine, di nostalgia, di disagio, se non a volte di vera e propria angoscia. Una sensazione rafforzata dalla musica che accompagna tutti i lavori dell’artista ed opera del giovane compositore svedese Hans Berg. Nathalie Djurberg si è affermata negli ultimi anni come una delle principali artiste svedesi della nuova generazione, nonché una fra le più attive sulla scena internazionale. Ha partecipato all’ultima edizione di Performa a New York (2007); ha presentato mostre personali al Kunsthalle Wien di Vienna (2007) e alla Färgfabriken di Stoccolma (2006) e suoi video sono stati proiettati, tra gli altri, alla Tate Britain di Londra (2007), al P.S.1 Contemporary Art Center di New York (2006) e alla 4a Biennale di Arte Contemporanea di Berlino (2006). Nel 2009 le è stato assegnato il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia per le sue scenografie fiabesche, per le sue fantasie e per la sua “black pedagogy”.

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